venerdì 16 gennaio 2015

Nascita del fascismo

Nel periodo turbolento del primo dopoguerra (dopo la fine della Prima guerra mondiale) nacque in Italia un movimento politico destinato a grande successo: il fascismo.


Il Fascio littorio, simbolo del Partito fascista.

Il nome deriva da "Fasci di combattimento": l'organizzazione che il giornalista e politico Benito Mussolini fondò nel marzo del 1919.


Mussolini giovane, ai tempi in cui era direttore dell' "Avanti!"


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Gli anni successivi alla Prima guerra mondiale furono molto difficili per l'Italia:

  • Lo Stato italiano si era indebitato per finanziare la partecipazione italiana alla guerra, e ora doveva restituire i debiti (contratti ad esempio con gli Stati Uniti). 
  • Molti italiani giovani erano morti in guerra o erano rimasti feriti. 
  • Era grave il fenomeno dell'inflazione: i prezzi delle merci salivano, mentre i salari e gli stipendi rimanevano stazionari.
  • L'opinione pubblica di destra (nazionalista) era insoddisfatta della vittoria, perché sosteneva che l'Italia non aveva ottenuto ciò che le spettava di diritto (Istria e Dalmazia), per cui la vittoria era solo una "vittoria mutilata". 






Inoltre gli anni 1919 e 1920 videro il verificarsi di numerosi scioperi e proteste dei lavoratori, che lottavano per migliori condizioni di vita e di lavoro: quel periodo prese il nome di "Biennio rosso".


Operai armati nel 1920, durante il periodo della occupazione delle fabbriche.


Anche i contadini lottavano: scioperavano e occupavano le terre incolte. Le loro organizzazioni, le leghe, erano molto forti e potenti, e riuscivano a mettere in difficoltà i proprietari terrieri, gli agrari.


Celebre dipinto dal titolo "Quarto stato" che rappresenta i lavoratori in sciopero.


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In questo clima di grande tensione sociale e paura per lo scoppio di una possibile rivoluzione in Italia nacque il movimento di Mussolini.





Mussolini si presentò come un uomo d'ordine, capace di ristabilire l'ordine sociale in Italia. Dichiarò che se lo avessero lasciato fare, egli avrebbe messo fine alle agitazioni sociali e agli scioperi e avrebbe restituito all'Italia l'onore che era stato calpestato, secondo lui, dalla "vittoria mutilata".

I fascisti di Mussolini presero di mira le organizzazioni dei contadini, le "leghe". Gli squadristi organizzavano "spedizioni punitive": arrivavano nei centri rurali dove erano forti le leghe, aggredivano i capi partito e sindacali, picchiavano e distruggevano; poi si allontanavano indisturbati.
In breve tempo i fascisti riuscirono a distruggere il sistema delle leghe dei contadini.


Fotografia di una squadra fascista durante una spedizione punitiva.


Cartolina celebrativa dello squadrismo.




Lo squadrismo poté agire incontrastato grazie alle complicità degli organi dello Stato: le forze dell'ordine, la magistratura e il governo.


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Nel 1922 Mussolini pensò che fosse giunto il momento di tentare la mossa decisiva: il colpo di Stato per impadronirsi del potere. Da qui nacque l'idea della Marcia su Roma.




In seguito alla Marcia su Roma Mussolini divenne capo del governo. Tuttavia in Italia esisteva ancora un Parlamento e delle opposizioni. 

Per garantirsi un controllo sicuro del Parlamento, Mussolini fece approvare una legge elettorale che favoriva la lista che otteneva un maggior numero di voti. 

Inoltre durante le elezioni del 1924 i fascisti misero in atto una serie di intimidazioni e violenze volte ad assicurarsi una vittoria schiacciante.

All'indomani delle elezioni del 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti denunciò in Parlamento le irregolarità che erano state commesse durante le elezioni e ne chiese l'annullamento. Poco dopo fu sequestrato e ucciso.




Il discorso di Matteotti alla Camera in una ricostruzione cinematografica:




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I mesi successivi al delitto Matteotti furono molto difficili per Mussolini: sembrava che l'avventura del fascismo fosse destinata a finire. In tutto il Paese si era levata un'ondata di indignazione contro il fascismo, ritenuto responsabile del delitto. Mussolini per molto tempo non ebbe il coraggio di reagire.

Intanto le opposizioni in Parlamento adottarono una strategia che si rivelò fallimentare: si ritirarono dal Parlamento (che venne di fatto chiuso); questo episodio prese il nome di Secessione dell'Aventino. Le opposizioni (il Partito socialista, il Partito liberale, il Partito popolare, ecc.) non seppero trovare una linea d'azione comune e apparvero alla fine deboli e inconcludenti. Il re non prese alcuna iniziativa. Alla fine Mussolini approfittò della debolezza dei suoi avversari.

Il 3 gennaio 1925 Mussolini si presentò alla Camera, dove tenne un celebre discorso in cui rivendicò la responsabilità di tutto ciò che era accaduto, e sfidò apertamente il Parlamento a metterlo in stato d'accusa. Dato che nessuno osò farlo, Mussolini uscì dalla crisi rafforzato e si apprestò a instaurare il suo regime.

Un passaggio del discorso di Mussolini in una ricostruzione cinematografica:

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